LAB23 e Arredo Urbano: la culla dell’azione sociale

Arredo urbano, arte, design, cultura: LAB23 è un’industria creativa nata per soddisfare le esigenze del mercato dell’arredo urbano innovativo e di nicchia, quello che anima le città, abbraccia i comuni, vive di edilizia, aree metropolitane, territorio comune, spazi verdi, strutture urbane italiane ed internazionali.

LAB23 è un’azienda nata proprio per creare l’ambiente: attraverso un progetto che associa più servizi, vuole trasformare lo spazio e i siti comuni in un contenitore di emozioni con un valore aggiunto, il dettaglio.

Alcuni esempi di arredo urbano di LAB23

Uno dei  core business di LAB23 è, infatti, proprio la panchina: essa è un luogo d’incontro dove l’immagine di due vecchine che parlano tra loro, sedute, allegre o tristi ma pronte a condividere tra loro ricordi e preoccupazioni della vita si tramuta in pensiero comune.

La panchina è anche luogo di lavoro: persone che lavorano al pc, che si connettono con il tablet o con lo smartphone. Persone che consumano una frugale pausa pranzo. Persone che aspettano. Persone che osservano la vita che passa davanti. Persone che si riposano e poi riprendono un viaggio, qualunque esso sia.

Le panchine nell’arredo urbano sono design ma sono anche creatività e connessione con il mondo.

“I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio”

(LEONARDO DA VINCI)

Con i suoi esempi di arredo urbano, LAB23 lancia un’immagine innovativa di arredo urbano basata sulla nuova visione della città: l’espressione artistica fondata su design, estetica, funzionalità, materiali di qualità.

Per la realizzazione dei prodotti da arredo per la città viene utilizzato, su richiesta, un materiale ancora poco conosciuto nel mercato del settore, ideato per chi ama l’innovazione e non teme il cambiamento: la proposta ai committenti è un prodotto nuovo, con peculiarità impermeabili e un prezzo che permette di fare la differenza.

Nei nuovi cataloghi, per garantire un prodotto finale adatto a ogni utilizzo e a ogni committenza, sarà possibile scegliere di realizzare i prodotti in cemento, che può essere di composizione naturalmente liscia o con la personalizzazione desiderata (effetto tessuto, effetto iuta, effetto legno…)

“Gli artisti veramente superiori giudicano senza pregiudizi di scuola, di nazionalità di tempo. Se gli artisti del Nord e del Sud hanno tendenze diverse, è bene siano diverse”

(GIUSEPPE VERDI)

Ciò che differenzia LAB23 dagli altri produttori dello stesso genere è la filosofia di pensiero di un’azienda per l’arredo urbano che ha scelto di lavorare con designer di diversa nazionalità, cultura e stile: se si vuole trattare con il resto del mondo, non ci si può limitare a una sola linea creativa.

Il bello è soggettivo, è diverso a seconda del gusto personale, del settore, del luogo, delle sensazioni: lavorare con più menti è una “conditio sine qua non” per confrontare città, mondi, culture e forme di stile.

“L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela del ragno”

(PABLO PICASSO)

“Once upon a time…”

Tutto inizia nel 1958 quando nasce “Veneta Plastica”: fino al 1996 la fabbrica produce impianti galvanici per aziende orafe e sbarca il lunario senza grandi pretese.

Nel 1996 accade che un padre decide di supportare suo figlio in un progetto per il suo futuro: nel momento in cui Veneta Plastica sta per “chiudere i battenti”, lo aiuta a rilevare la piccola fabbrica. Vengono chiusi gli impianti la cui produzione non rientra nelle nuove passioni e competenze e l’azienda si lancia in un mercato che la vede protagonista di un idea nuova: il contenitore di pile.

Il primo vero successo arriva con il cestino per la raccolta differenziata: nel 2004 il Comune di Atene richiede una fornitura di TRIBIN.

Nel 2006 il successo si ripete con la fornitura dei cestini al Comune di Torino ai giochi olimpici di Torino.

Nel 2007, dopo aver vinto una gara d’appalto della S.N.C.F. (Ferrovie di Stato Francesi) con il quale l’azienda si era garantita la fornitura dei cestini per 5 anni nelle loro stazioni, viene ufficialmente fondata LAB23, anche se la prima linea di arredo era già stata fatta disegnare nel 2001.

A quei tempi i clienti tipo erano quasi esclusivamente l’azienda municipalizzata e l’ufficio ambiente del comune. Le committenze arrivavano attraverso bandi di gara e appalti ma LAB23 voleva andare oltre, produrre qualcosa di nuovo e di nicchia per potersi rivolgere ad architetti e committenti privati che cercavano innovazione e stile per arredare le città.

“Un business deve essere coinvolgente, deve essere divertente e deve esercitare il tuo istinto creativo”

(SIR RICHARD BRANSON)

Nel 2009, LAB23 viene presentata al Fuori Salone di Milano.

È questa l’occasione per esprimere al meglio la passione artistica intrinseca in LAB23 e far combaciare un evento mondano con la nascita di un’azienda specializzata in arredo urbano, fatta di pezzi d’arredo originali, tecnologie, ambienti sopraffini e persone.

È infatti così che ci siamo sempre immaginati l’arredo urbano innovativo: un grande spazio fatto di persone che si incontrano e vivono l’ambiente con passione, che lavorano, che interagiscono, che si fermano, si siedono, osservano senza fermarsi mai davvero.

Un’emozione simile ma ancora più intensa, si è ripetuta nel 2013 durante il magico incontro con Zaha Hadid: la sua panchina per l’arredo urbano realizzata per LAB23 e presentata al Fuori Salone è stata, grazie anche presenza in Fiera dell’artista di fama nazionale, una di quelle emozioni indelebili, cariche di orgoglio, che hanno lasciato un segno nella storia dell’azienda.

Ciò che conta è fare la differenza, uscire dallo standard, dal luogo comune, dal “copia e incolla”. Perché la creatività, va applicata a “regola d’arte”: l’arredo urbano è ispirato dal luogo e delle sensazioni che esso trasmette. Non è duplicabile. È unico.

“Dove si crea un’opera, dove si coltiva un sogno, si pianta un albero, si partorisce un bimbo, là opera la vita e si è aperta una breccia nell’oscurità del tempo”

(HERMAN HESSE)

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